Una piccola riflessione su “It ends with us”, l’ultimo libro di Lilli Gruber e perché si dovrebbe parlare di più di educazione sentimentale. Con il contributo di Dafne.

Quando era partito il progetto di ricerca di materiali per “Pride” (presentato nei post precedenti), parallelamente era nata anche una riflessione sul ruolo che i film in generale possono avere sul porsi domande per la scoperta del proprio orientamento. C’è però un grande problema alla base di tutto questo, emerso anche nell’ultimo libro di Lilli Gruber.

Se provate ad esplorare i video che i siti per solo adulti mostrano, vi farete un’idea ben precisa. Le categorie più popolari nei film “porno” spesso riflettono dinamiche di sottomissione e umiliazione, dove le donne sono raffigurate come oggetti passivi. Questo tipo di rappresentazione non solo rafforza stereotipi dannosi, ma può anche influenzare negativamente il modo in cui gli spettatori, specialmente i giovani, percepiscono le relazioni e il rispetto reciproco.

Senza dimenticare quel grande divario tra ciò che è finzione e ciò che è realtà. Punto che in un’epoca digitale, artificiale e di continua connessione molto spesso si perde come dinamica.

Vivere la realtà

Forse parlarne, rimettendo al centro il tema dei sentimenti e di quello che si vive, più di quello che si vede rappresentato, può aiutare. Ne abbiamo parlato con Rodolfo Lironi, CEO & Co-Founder di Dafne, startup che promuove prodotti vegani per il benessere sessuale. Nella foto, il team di co-founder al completo con Lucia Testa e Giacomo Cattaneo Giussani.

YouComeFirst è il loro slogan principale “perchè “tu” in quanto persona, vieni prima di qualsiasi altra cosa” spiega Rodolfo. “Uno dei nostri obiettivi è quello di abbattere ogni tipo di  tabù sessuale in quanto ancora oggi sono argomenti che suscitano spesso imbarazzo, vergogna o disapprovazione nella società. Fra i più diffusi nella nostra società infatti, ci sono quelli relativi all’orientamento sessuale o all’utilizzo di sex toys, ma l’atto stesso di affrontare argomenti di questo tipo con i giovani rappresenta un tabù“.

Educazione Sentimentale necessaria

Il tema del bisogno di parlare di educazione sentimentale sui banchi di scuola è tornato fortemente alla ribalta negli ultimi anni, sottolineato anche da film come “It ends with us” tratto dai libri di Colleen Hoover. Tralasciando il tema un po’ trash dei litigi tra i 2 attori protagonisti, sicuramente l’intento dell’autrice americana si va anche a collegare a quanto affermato da Lilli Gruber.

Nel suo ultimo libro, la giornalista italiana racconta un mercato che macina miliardi, grazie a siti che sono tra i più visitati al mondo e fa chiarezza sui temi più controversi. Per invertire la rotta di quello che non funziona, però, occorre aprire un dibattito, spezzare il silenzio delle istituzioni e chiedere innanzitutto un’educazione sentimentale che possa partire dai banchi di scuola.

Anche “parlare di sesso in Italia è sempre difficile” conferma Rodolfo” perché nelle nostre scuole non si affronta l’argomento e questo ci pone indietro rispetto a molti altri paesi europei. Eppure dovremmo aver presente che quando vietiamo di parlare di sesso, trasformiamo qualcosa di estremamente naturale in un atto imbarazzante, pornografico. In Dafne crediamo sia giunto il momento di fare formazione al riguardo perché le nuove generazioni hanno bisogno di vivere in una società più inclusiva, libera e priva di preconcetti”.

Dalle parole all’azione

Sono molte le associazioni attive in tal senso e soprattutto ognuno nel suo piccolo può dare il suo aiuto. Ad esempio in Dafne il 2% dell’importo delle vendite viene donato da Dafne per sostenere il lavoro di Pangea Onlus, organizzazione no profit che dal 2002 lavora per favorire lo sviluppo economico e sociale delle donne, delle loro famiglie e delle comunità circostanti.

Per concludere, una piccola lezione in generale sui sentimenti da Umberto Galimberti in occasione del Festival della Filosofia.