Da qualche anno su Calm, l’app americana che non solo racchiude meditazioni e masterclass di rilassamento ma un bellissimo archivio di suoni è apparsa una sezione dedicata alla musica binaurale. Partiamo da un presupposto importantissimo.
A differenza di altre piattaforme, l’attenzione che quest’app ha per la musica, spesso con brani creati in esclusiva da artisti anche famosi (es. Moby, Diplo, Jeremiah Freites e molti altri) ne fa una delle migliori per lavorare o riordinare.
Da qualche mese è apparsa poi una playlist interamente dedicata alla musica binaurale che sta spopolando in America. Si tratta infatti di un nuovo trend tra Producer e tecnici del suono.
Sono brani in grado di favorire stati come il rilassamento e il sonno, in grado di farti sentire come dopo aver praticato una sessione di meditazione e yoga: calmi appunto. Potete immaginare che strumento potente potrebbero essere chi magari vive in stati di ansia importanti (passare dalle 10 gocce di Xanax a 10 minuti di brano binaurale non sarebbe male).
C’è chi sostiene che però per avere benefici concreti bisogna ascoltarli con un certo tipo di cuffie, in grado di valorizzare l’asimmetria del suono, da un supporto cd e non con MP3 di musica compressa. Suggestione o beneficio reale?
Esperimento di (quasi) una settimana
Ovviamente mi sono subito appassionata alla faccenda e ho fatto un piccolo test per 5 giorni. Non ho usato la playlist di Calm ma sono andata dritta al punto cercando il brano che un noto quotidiano nazionale definiva il miglior esempio di questo tipo. Weightless di Marconi Union.
Si tratta secondo gli esperti di un ottimo esempio di musica binaurale. Mi ha ricordato subito i suoni di un progetto di Brian Eno di qualche tempo fa per giocare con i suoni ambient.
Molto distensiva come melodia ma no, non ho provato una vero e proprio rilassamento. Un beneficio che ho notato però è che potrebbe aver stimolato uno stato creativo. Insomma un paio di idee, forse buone, potrebbero essermi venute.
Funziona o non funziona? Penso che dipendi molto dalla predisposizione di ciascuno di noi in realtà, nel mio caso direi “ni”.